I telegiornali ci rimbalzano filmati, notizie, fotografie di una Grecia alle prese con il caos: disordini, scioperi, paralisi dei trasporti, della sanità. D’altra parte non è facile digerire un piano di austerità da 70 miliardi di euro che prevede il taglio di un quinto dei dipendenti pubblici, un taglio delle pensioni ed un aumento delle tasse; immaginiamo cosa potrebbe succedere in Italia se un governo, qualsiasi governo prendesse una simile decisione. La rivoluzione.
Qui però devono innescarsi due meccanismi virtuosi che se non attivati porteranno oggi la Grecia ma domani chiunque ad una situazione “argentina” e cioè fame nera per una vasta parte della popolazione.
I due meccanismi necessari sono molto semplici e non bisogna essere insigni economisti per comprenderli:
– la drastica eliminazione di ogni spreco Statale da parte del governo a cominciare dai costi della politica e dell’apparato Statale
– la disponibilità della gente a ridurre il tenore di vita a renderlo compatibile con la situazione economica del loro paese
Chiaramente un governo deve prima ridurre la propria spesa, annientare lo spreco, fare politiche di sostegno poi in maniera credibile chiedere ai cittadini lacrime e sangue.
La Grecia è un laboratorio del disagio nel mercato globale; non ci auguriamo di passare da lì ma non dimentichiamo la lezione.
LM