Non siamo d’accordo con coloro che vedono nel libero mercato e nella totale deregolamentazione delle attività economiche la soluzione alla recessione ed alla crisi sistemica.
Dobbiamo purtroppo fare i conti con una globalizzazione dove mondi eterogenei con forti disparità competono. Una competizione che non possiamo definire, in premessa, sleale;ma che certamente leale non lo è in quanto sconta le conseguenze prodotte da sistemi economici differenti.
E’ ovvio che una macchina costruita in Cina con salari da 5 dollari giornalieri costerà meno di una costruita in Tunisia a 15 dollari o in Italia a 50 dollari giornalieri.
Però se tutta la produzione verrà spostata là dove il lavoro costa poco le nazioni originariamente manifatturiere che quella produzione perderanno,non avranno scampo: disoccupazione, Pil in discesa, calo dei consumi: cioè si impoveriranno. Noi siamo proprio tra i primi ad essere coinvolti dal fenomeno e certamente qualche rimedio PROTEZIONISTICO, nel senso protettivo del termine dovremo pur prenderlo.
Non dimentichiamo poi i fattori connessi al costo del lavoro quali l’ambiente, la sicurezza , il lavoro minorile, i diritti dei lavoratori.
Certo le regole ci aiuteranno a contrastare la competizione non leale. I cittadini dovranno convincersi però che una società per quanto matura e benestante non può delegare all’esterno i cosiddetti lavori sporchi. Chi oggi fa quei lavori, il denaro guadagnato lo reinveste almeno per il 40 % nei propri paesi di origine con un flusso in costante uscita che impoverisce la nostra nazione. Già vediamo una inversione di tendenza ma è ancora poca cosa.
Uscire da questa crisi potrebbe essere più facile e rapido del previsto ee con decisione prendessimo quelle misure tese a produrre e trattenere le risorse necessarie al sostentamento della nostra comunità con particolare attenzione per le fasce più deboli e disagiate: penso agli anziani, ai giovani, ai cinquantenni che hanno perso il lavoro. Senza risorse per loro non ci sarà futuro e pensiamo francamente che i brasiliani o i cinesi o gli indiani per il momento non vorranno farsi carico di queste nostre problematiche.
LM