Le note diffuse dall’ISTAT parlano di milioni di poveri e famiglie non più in grado di arrivare alla terza settimana. I dati sulle vacanze parlano per la prima volta di italiani ( 70%) costretti a casa.
Non stanno meglio i Greci che si sono visti tagliare stipendi e pensioni o gli Spagnoli che devono cedere alle banche le case comprate con mutui non più sopportabili.
Ogni giorno da qualche parte nel mondo uno Stato dichiara la propria incapacità a restituire i soldi presi a prestito; cominciò l’Argentina molti anni fa fino all’Islanda. Oggi anche gli Stati uniti parlano di default che tradotto vuol dire fallimento. Certo se c’e’ un debito da qualche parte qualcuno ha un credito; ma se non si governano i processi economici mondiali se non si redistribuiscono le risorse, il lavoro i consumi crediti e debiti saranno solo numeri in mano alla speculazione che produrrà enormi ricchezze ( per pochi) e sterminate povertà ( per i più). Una vera guerra senza però colpi di fucile.
Ci appelliamo a chi ha il potere di incidere sui meccanismi, ci appelliamo ad ognuno di noi perchè riprenda un sano contatto con la realtà e dia priorità ai bisogni primari.
Senza senso di responsabilità e solidarietà non sarà facile ripristinare quegli equilibri di fine secolo che hanno accompagnato le nostre “grasse” generazioni.
Lucio Molinari