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Le Banche alle prese con i conti economici e la riduzione dei costi hanno optato per sportelli sul territorio sempre più leggeri.

 La distribuzione dei servizi finanziari, soprattutto quelli rivolti alle famiglie, è stata affidata, considerevolmente, agli agenti in attività finanziaria  e mediatori creditizi, soggetti autonomi obbligati per legge all’iscrizione in un apposito Albo istituito presso la Banca d’Italia ( prima ufficio italiano dei cambi). L’incremento degli iscritti all’albo è passato dalle poche migliaia  degli anni novanta agli oltre 100.000 del 2008.L’incremento testimonia la politica commerciale messa i atto dalle banche, che hanno preferito delegare a terzi indipendenti la distribuzione. Relativamente poi a prodotti di nicchia quali la cessione del quinto e la delega, prestiti caratterizzati dal tipo di il rimborso mediante trattenuta in busta, le banche non solo si sono affidate a reti terze per la commercializzazione dei servizi ma si sono defilate anche dall’essere fabbrica prodotto preferendo dare i quattrini a soggetti terzi ( talvolta partecipati e controllati) per legge autorizzati all’esercizio del credito.Un pretendente in più alla spartizione della torta. Il risultato è un costo maggiore dei soldi comprati dalle famiglie.

 

Riteniamo che in qualche modo la tendenza si debba invertire; occorre sollecitare le banche a svolgere direttamente il proprio ruolo istituzionale nel finanziare non solo le aziende ma anche i privati, possibilmente senza troppi passaggi e mediazioni; occorre informare le famiglie e rendere i servizi finanziari trasparenti contrastando le speculazioni nell’economia del bisogno;

occorre infine, senza per altro mettere in discussione l’operato legittimo degli Agenti e mediatori, dare voce e potere contrattuale agli utenti privati mediante strumenti associativi come gruppi di acquisto in grado di poter contrattare per gli associati prodotti  competitivi.

 

La Mutua del Lavoro e delle Famiglie crede nella possibilità di maggior dialogo con le banche e nello strumento associativo come mezzo per arrivare all’obiettivo  di allineare il costo del denaro dato alle aziende a quello dato alle famiglie, costo che oggi può arrivare a differenziali anche di 10 punti percentuali.