Adesso basta. Non possiamo più rimanere inerti vedendo milioni di cittadini italiani alle prese con debiti che non potranno mai onorare senza un intervento legislativo che metta delle nuove regole e indichi soluzioni per questo problema.
Più volte abbiamo sottolineato l’aggravarsi della situazione relativa al debito finanziario delle famiglie. Oggi sarebbe sterile voler attribuire la responsabilità di questo scempio alla leggerezza dei finanziati od alla avidità dei finanziatori. Dobbiamo attenerci alla realtà che delinea nel Paese una situazione di allarme sociale determinata dal formarsi di nuove sacche di povertà.
Contestiamo le analisi che partono dal presupposto di un’Italia virtuosa e risparmiatrice dove il debito medio pro-capite è inferiore alla media europea; non che tale assunto non sia vero ma necessita di una analisi più approfondita: mediamente gli italiani sono meno indebitati dei colleghi europei ed americani ma quelli indebitati, circa il 25/28% cioè 1 su 3, lo sono ad un livello tale da non garantire la sopravvivenza. Il nostro consultorio registra quindi un fenomeno di sovraindebitamento per il quale La famiglia non detiene più i mezzi necessari a sostentarsi.
In altre parole, la decisione quotidiana verte tra pagare i debiti o mangiare, riscaldarsi, vestirsi e mandare a scuola i figli.
Non dobbiamo chiedere ad illustri economisti cosa le famiglie faranno: mangeranno e si troveranno nella condizione di NON poter pagare i debiti finanziari.
A questo punto, le sofferenze bancarie sono destinata ad aumentare in modo esponenziale e le banche si troveranno loro stesse a dover decidere quale strategia intraprendere per tutelare il proprio credito. Ma cosa si può recuperare da gente che non mangia e che non possiede nulla se non lo stipendio già decurtato da cessioni e pignoramenti.
Occorre superare gli attuali schemi di recupero e tutela del credito giudiziale e stragiudiziale, per approdare ad un concetto nuovo di gestione della massa debitoria che da una parte consenta alle persone di poter pagare e dall’altra agli Istituti finanziari di recuperare il credito.
Riteniamo che tali esigenze possano essere soddisfatte solo mettendo mano ad una Legge che, comparando le famiglie a vere e proprie aziende in crisi, metta in campo una figura professionale espressa da una associazione di categoria piuttosto che da un patronato con il fine di mettere tutti intorno ad un tavolo e raggiungere la composizione del contenzioso.
Il nuovo dispositivo potrebbe essere così articolato:
” Tutti i nuclei per i quali è dimostrabile un livello di indebitamento finanziario incompatibile con le condizioni minime di sopravvivenza potrà accedere dopo accurata istruttoria, affidata a soggetto terzo, ad una procedura di carattere concorsuale.
Durante tale procedura il soggetto terzo provvederà a contattare e convocare le parti al fine di raggiungere un accordo che contemperi:
l’esigenza del recupero del credito
la necessità di stabilire quote di rientro compatibili con le condizioni di sopravvivenza.
Il soggetto terzo in caso di mancato accordo tra le parti e nel rispetto di regole oggettive predeterminate potrà emanare un provvedimento di chiusura della vertenza vincolante per le parti.”

La Mutua del Lavoro e delle Famiglie continua l’ opera di studio e ricerca di soluzioni atte al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Lucio Molinari