E’ sempre affascinante ripercorrere le tappe della storia del mutuo soccorso. Dal 1848, dallo Statuto Albertino che autorizzava “le adunanze senza armi”.
Poter apprezzare l’enorme contributo dato da questa forma di autoassistenza tra lavoratori al fine di colmare le mancanze di uno Stato agli albori, di un lavoro senza diritti, di un mercato non ancora tale.
Uomini e donne che contribuiscono dandosi delle regole per mantenere la dignità anche nel momento del disagio, quando la malattia e l’infortunio incombono e non consentono di lavorare e mantenere la famiglia.
C’è tuttavia un secondo aspetto più entusiasmante dell’attività delle neonate società di mutuo soccorso, “Pinerolo” in testa (1848): la cultura.
Dobbiamo tenere conto che siamo a metà del XIX secolo; il 79% della popolazione è analfabeta. L’analfabetismo è l’arma usata dai governi per tenere a bada il popolo; bene, le società di mutuo soccorso mettono l’alfabetizzazione all’interno dei programmi di assistenza: si organizzano corsi serali, si insegna a leggere e a scrivere.
La mutua del Lavoro e delle Famiglie come nelle “vecchie mutue” mette al centro dell’attività proprio l’alfabetizzazione dei propri associati; non certo nel senso letterale del termine ma nel promuovere la conoscenza di quelle materie fiscali, finanziarie e previdenziali indispensabili per vivere serenamente e saper scegliere.
Ecco la ragione dei consultori, della loro continua e puntuale opera di informazione.
Così intendiamo il mutuo soccorso del terzo millennio: assistenza cultura e promozione sociale secondo i moderni bisogni. Non a caso abbiamo denominato il nostro progetto MUTUA 360°.
Speriamo come sempre nell’impegno e nel contributo di tutti.

Lucio Molinari