Ogni giorno registriamo la difficoltà delle famiglie a trovare credito. Il credito ai privati è oggi veramente stretto o meglio ingessato. Se andiamo ad analizzare i vari strumenti, possiamo renderci conto del dramma vissuto dagli utenti.
Il prestito personale è certamente un servizio snello e di per sè sufficiente a garantire erogazioni alla portata della famiglie; tuttavia la crisi e la precarietà lavorativa ( oltre alla cattiva gestione dei bilanci familiari ) hanno causato ritardi nei pagamenti delle rate in corso, con automatico inserimento nelle varie banche dati di quasi 8.000.000 di utenti che per tale segnalazione non potranno più accedere a tale tipo di finanziamento. Aggiungiamo la stortura del sistema che boccia tutte quelle richieste effettuate da nominativi cosiddetti NON censiti cioè quelli che non hanno mai richiesto un prestito. Le banche anzichè premiarli per una condotta prudente, li penalizza.!!!!!!
A coloro che nonostante la presenza di segnalazioni in banche dati, svolgono un lavoro subordinato o sono pensionati arriva in soccorso la possibilità di accedere ad un altro tipo di prestito: la cessione del quinto; strumento gradito al sistema e reso obbligatorio a partire dal 2005 per tutti i datori di lavoro privati. La cessione del quinto tuttavia, non può essere contratta senza una copertura assicurativa obbligatoria contro la perdita dell’impiego, assicurazione riservata al mondo pubblico ed a qualche società privata di livello estromettendo dal servizio la stragrande maggioranza dei dipendenti privati.
Un altro strumento finanziario, simile, è la delegazione di pagamento, una sorta di seconda trattenuta in aggiunta alla cessione. Anche questo prodotto sconta però l’obbligo dell’assicurazione contro la perdita dell’impiego. Lasciamo a Voi immaginare quale sia l’orientamento delle assicurazioni riguardo ad un prodotto ancora più a rischio della cessione. Un disastro.
Il risultato è il rifiuto da parte del sistema del 75% delle richieste.
C?è bisogno di andare oltre questi schemi. C’e’ bisogno di innovare e immettere sul mercato nuovi prodotti che consentano ad un maggior numero di cittadini di acceder al credito, studiando garanzie collaterali, nuovi strumenti assicurativi. Certo le banche devono poter prestare i soldi dei risparmiatori nel quadro di una ragionevole certezza di rientro da parte dei clienti. Questo obiettivo si potrà ottenere solo lavorando su nuove regole e nuovi parametri. Non può verificarsi più che un giovane con un reddito certo e certificato non trovi credito solo perchè lavora presso un datore sgradito alle assicurazioni o peggio perchè non indebitatosi in passato. Sono storture da eliminare.
Come al solito la nostra associazione si mette a disposizione per ricercare soluzioni, per trovare nuove strade.
Così come è accaduto nella Legge sul sovraindebitamento varata dal Governo il 22.12.2011 e da noi sollecitata già dal 2009, siamo fiduciosi nella presa d’atto del bisogno di cambiamento da parte del sistema.

Lucio Molinari