mario-draghi

Il Governatore della Banca d’Italia, intervenuto al Forex Atic il 21 febbraio, ha delineato un quadro preciso della situazione. Tutti gli indicatori presi in esame dicono che la crisi finanziaria ha contagiato l’economia reale colpendo le fasce più deboli. Il Pil è destinato a diminuire, i consumi anche, le famiglie contraggono sempre più prestiti e finanziamenti e per il 25% di loro possiamo parlare di risorse insufficienti per i bisogni primari.

Tutti vediamo quello che sta succedendo. Nessuno però vede ed indica soluzione convincenti. Coloro che hanno  responsabilità di governo parlano frequentemente di riforme strutturali. La riforma strutturale è qualcosa che cambia le regole del gioco e partendo da presupposti nuovi crea modi e stili diversi di vita; quindi ci chiediamo: cosa c’è di strutturale nell’incentivo alla rottamazione? oppure nel dare fondi pubblici alla Fiat? oppure nel proporre più credito alle famiglie straindebitate?

Parlando dell’argomento che ci interessa, il credito, riforma strutturale vuol dire immettere nel sistema nuove regole.  Se il Pil scende vuol dire che le entrate dei lavoratori non aumenteranno anzi subiranno qualche decurtazione. Molti perdendo il lavoro vivranno con gli ammortizzatori sociali; però i debiti contratti negli anni precedenti per l’acquisto della casa, dell’auto e altro,  “corrono”  e puntualmente le rate scadono. E’ indispensabile una riforma strutturale del credito al consumo che da una parte metta in  campo risorse per bonificare, in una sorta di “amministrazione controllata famigliare“, la situazione debitoria contingente e dall’altra permetta l’approvazione di norme e regolamenti che  costringano gli operatori finanziari a concedere  credito  nel rispetto della salvaguardia del reddito minimo vitale. Già esistono norme per cui la pensione od il salario non sono aggredibili oltre una certa soglia;  qui non ne facciamo una questione “civilistica” ma etica.

Il discorso è lungo e investe anche le strutture preposte alla vendita dei servizi finanziari;  qui si deve intervenire chiedendo  agli operatori trasparenza e correttezza professionale. La nostra associazione continuerà nell’opera di denuncia e proposta su questi temi per dare un contributo alla difficile soluzione del problema.

Lucio Molinari