Non possiamo non proseguire nella riflessione sollecitata dalle recenti prese di posizione da parte di Bankitalia e dalle risposte, a caldo, predisposte dagli operatori del settore.
Occorre innanzitutto affermare una cosa che spesso, per ipocrisia, non viene detta: l’utente della cessione del quinto così come della delegazione è un utente forzato a contrarre tale tipo di finanziamento da una serie di eventi negativi che lo condizionano e lo spingono in quella direzione. L’utente della cessione è sovente protestato e non è in possesso dei requisiti necessari per la richiesta di un prestito personale; molto spesso è un soggetto già indebitato con finanziamenti personali; “soggiace” negativamente in crif con tutte le porte del credito chiuse. In altre parole possiamo definire l’utente della cessione un soggetto debole.
Per questa caratteristica, oltre alla perenne disinformazione finanziaria del consumatore, per anni il popolo della cessione è stato terreno di caccia di operatori scaltri che sul bisogno della gente hanno fatto i soldi. Inetivabile per bankitalia rilevare che il disposto della Legge 180 era stato stravolto nella forma e nella sostanza, autorizzando di fatto gli istituti abilitati ad approfittare dello stato di bisogno degli utenti.
Abbiamo visto di tutto: tassi alti, rinnovi senza nessuna convenienza, commissioni dei mediatori superiori al netto ricavo dei cedenti.
Ora il nostro istituto centrale ha detto basta: richiama le banche ad entrare direttamente nella filiera distributiva, a vigilare sulla distribuzione e sul rispetto della Legge, a calmierare tassi e commissioni.
Noi vogliamo andare oltre: se questo prodotto è destinato nei fatti al segmento più debole della società ( lavoratori dipendenti e pensionati) soggetti spesso obbligati a dirigersi per motivi personali su questi prodotti, non è forse il caso di coinvolgere nella distribuzione soggetti come patronati ed associazioni che hanno statutariamente il fine di rendere la vita più facile a chi è in difficoltà, quanto meno sgravando tali servizi dai costi distributivi.?
La nostra riflessione termina qui, in attesa di ricevere il contributo di tutti e maggiormente di chi è Ente primario nella erogazione di tali servizi.
Lucio Molinari